martedì 8 giugno 2010

Meglio tardi che mai

Sono passati due anni da quando avevo parlato dei QR Code la prima volta.
Per chi non ricordasse, i QR Code (invenzione giapponese risalente al lontano 1994) sono matrici quadrate di punti, simili ai barcode che conosciamo tutti, ma in grado di immagazzinare oltre 4000 caratteri; e, per giunta, open-source.

Ciascun QR Code può dunque contenere le informazioni di un link URL, i dettagli personali (nome, telefono, indirizzo, ecc) di un individuo, oppure testo e immagini. Basta munirsi di smartphone, installare un apposito software (ne esistono parecchi e, grazie alle specifiche pubbliche dei QR Code, sono praticamente tutti freeware), scansionare con la telecamera il barcode che si trova sull'oggetto e il gioco è fatto: avremo accesso immediato alle informazioni. La lettura è garantita con QR Code anche molto piccoli, fino a 2x2 cm.

Mi fa sorridere il fatto che, dopo due anni, solo la scorsa settimana un cliente mi abbia chiesto per la prima volta di inserire un QR Code sui suoi biglietti da visita. E si è pure permesso di spiegarmi cosa sono dicendo "Credimi, è una novità assoluta!".

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