Del buon vecchio Massimo Vignelli avevamo già parlato in occasione della pubblicazione del suo free e-book, qualche mese fa. Su ILT, però, torna alla ribalta in merito alla sua dichiarazione: "We use too many typefaces", usiamo troppi font. Secondo Vignelli, dodici font sono per lui più che sufficienti (apro e chiudo una parentesi: ma avete visto, nel video su ILT, quanto diavolo è invecchiato? Tempo inclemente).
Inutile dire che ILT si solleva come un vespaio contro il designer. Immaginando un "mondo secondo Vignelli", non ci sarebbe posto per i set arabi o cinesi, o per mille varianti di font. Avrebbe senso forse salvare una manciata di caratteri, rinunciando necessariamente a qualcosa: blackletter, romani, italici, ornaments, tutte le variabili estese e condensate, graziati e bastoni, geometrici, grotesque, i vari humanist e chissà quanti altri. Esagerando: dovremmo avere una dozzina di tipi di case diverse, al massimo; e una dozzina di tavoli, sedie, libri, ponti, automobili.
La domanda dunque diventa: perché esistono così tanti caratteri? Secondo ILT, è perché questo è ciò che siamo: ricercatori senza pace del "sempre migliore". Del più funzionale, più comodo, più forte, più resistente, più verde, più semplice, più complesso, più economico, più grande, più piccolo, più leggibile, più bello. L'irrefrenabile spirito di progresso, l'ossessione per la creazione: ecco cosa siamo.
A leggerla così, c'è da dirlo, non fa una piega. Le creazioni abbondano perché abbondano i creatori, ciascuno con una sua personalissima spinta all'innovazione. Mi sento tuttavia in dovere di fare due considerazioni.
Primo. Probabilmente di spiriti creativi ce n'erano anche nel XV secolo: ma i tempi sono cambiati, più che nella mente di chi crea, negli strumenti a disposizione. Diciamoci la verità: oggi come oggi, creare un font e -soprattutto- trovare un canale per distribuirlo rapidamente ovunque è una vera e propria cazzata.
Secondo. In conseguenza di questo, molti creano typeface solo perchè possono farlo, più che per vero spirito creativo. Il risultato sono tonnellate e tonnellate di caratteri inutili, brutti, grossolani, imprecisi, inutilizzabili o, nella migliore delle ipotesi, scopiazzati da un "padre" più autorevole.
Anche se ho le mie fisse periodiche per alcuni typeface, non credo che riuscirei a selezionare solo 12 caratteri ed usare quelli per tutta la vita. Tuttavia, e credo di scorgere anche questo significato nelle parole di Vignelli, la tendenza a creare e usare (a volte nello stesso progetto, sob!) migliaia di font diversi è controproducente: come l'aumento dell'immondizia prodotta non corrisponde necessariamente all'aumento del benessere del mondo.
martedì 8 giugno 2010
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2 commenti:
Bentornato! Era ora! ;)
Grazie :)
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