Ho scoperto che esiste un'associazione che implora Adobe di rendere free e open-source il codice di Freehand, "quite possibly the best vector drawing application ever made" (cit).
Sapete già come la penso a proposito: Freehand è morto. Roba da museo. Tanto di cappello ad un grande software del passato, ma è il momento di guardare avanti e seguire l'evoluzione, ché son trascorsi ormai 8 anni. FreeFreehand si propone di riprendere il lavoro che Adobe -per ragioni anche squisitamente commerciali, inutile negarlo- ha interrotto, e costruire tutti i necessari update per recuperare il terreno perduto rispetto al collega Illustrator.
C'è da intervenire sulla radicale incompatibilità con le macchine Intel e con Leopard, sulla gestione dei postscript e dei font in stampa, sulle sfumature negli EPS, sulla visualizzazione delle immagini dopo una rotazione, sull'esportazione in pdf, sull'infelice rapporto con gli altri software di casa Adobe che, volenti o nolenti, sono ormai lo standard in graphic design.
Sarà anche un gesto commovente di volenterosi nostalgici, ma per me è un po' come tenersi un morto in casa, vestirlo, e parlargli tutti i giorni. Non ho potuto non pensare a questi altri simpatici invasati: "I talk to him everyday" (cit).
Grazie a Lux per averla segnalata, anche se è favore :)
mercoledì 16 settembre 2009
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1 commento:
Erano anni che non usavo più Freehand, eppure mi è spiaciuto sapere della sua scomparsa.
Nel 1995 entrai in un'agenzia che usava Illusstrator (la 5.5), e dovetti giocoforza impararlo, e accantonare FH.
Fu il sw con cui feci il mio ingresso nel DTP: la mitica versione 3.1, con la quale progettai di tutto, dal logo al manifesto 70x100.
Illustrator non mi è mai stato simpatico, d'altra parte.
Pazienza, è andata così.
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