domenica 22 febbraio 2009

FF3300: l'intervista

Ho avuto il piacere di intervistare via Skype Alessandro Tartaglia, che con Carlotta Latessa e Nicolò Loprieno cura lo studio FF3300 e l'omonimo digital magazine (free) che in molti conoscono, giunto al sesto numero. Nonostante fosse sabato mattina, ne è risultata una chiacchierata molto interessante.

D: Siete tutti molto giovani, intorno ai 25 anni, e arrivate da mondi diversi: writing, design industriale, grafica... come vi siete conosciuti? E come vi è venuta l'idea di fondare uno studio di grafica prima, e un digital magazine dopo?
R: Lo studio FF3300 è nato in realtà come iniziativa da persone diverse rispetto a quelle che, ora come ora, gestiscono il giornale. Eravamo io, un ragazzo che studiava architettura a Pescara e un terzo che studiava fotografia a Bologna; in comune avevamo il luogo di nascita (Foggia) e la passione per i graffiti. La rivista, ovviamente, era nata all'inizio per acquistare visibilità nel mondo della comunicazione; col tempo però, il progetto si è ingigantito oltre le nostre aspettative, portando gli altri due ragazzi ad abbandonare FF3300.
Così mi sono circondato di nuove persone che arrivavano dai luoghi che frequentavo come Urbino e il Politecnico di Bari: Nicolò (altro writers, ci conosciamo dall'età di 16 anni) e Carlotta, coinvolta mentre scriveva una tesi sull'editoria.

D: Una domanda che ti avranno fatto mezzo milione di volte: perchè FF3300, che in RGB è un tono arancione?
R: È nato per gioco, l'arancione era un colore che piaceva a tutti e tre e ci sembrava naturale chiamarlo così. Anzi, all'inizio il ragazzo che studiava fotografia era molto scettico a proposito del nome. Ma in realtà, ha anche un forte connotato grafico e di codice, resta in mente, è curioso.


D: Una cosa che mi incuriosisce del giornale, ad esempio sfogliando il sesto numero: c'è un articolo sull'identità visiva della Puglia, poche pagine prima di un lungo articolo sulla Finlandia. E non dimentichiamo che il giornale è spesso scritto in doppia lingua, italiano e inglese: perchè queste scelte pseudo-internazionale?
R: Guarda, pensiamo che le problematiche in termini di realizzazione grafica e di metodo, in alcuni progetti siano, di fatto, le stesse: in Puglia come in Finlandia. In particolare, il primo è un'analisi di una nostra amica; quello della Finlandia è arrivato invece, per puro caso, da una nostra amica di Urbino. Affiancarli nel giornale ci è sembrato naturale.
Per quanto riguarda la lingua, invece: ci piacerebbe fare tutto il giornale in due lingue ma, purtroppo, non abbiamo tempi o mezzi sufficienti. Noi stessi traduciamo, quando possiamo, anche con l'aiuto di qualche amico: ovviamente, non è sempre possibile per tutto il materiale che ci arriva. In compenso, anche grazie all'inglese, FF3300 è molto scaricato anche in Cina e in Brasile, oltre alla Spagna o all'Olanda.

D: Come viene costruito un numero di FF3300?
R: Una parte dei lavori è costruita da una sorta di "redazione" che fa da talent scout, anche sfruttando i nostri contatti presso le università di Venezia, Urbino, Bari, individuando autori interessanti e interessati alla pubblicazione. A volte qualcuno ci spedisce spontaneamente del materiale anche se, purtroppo, non è sempre pubblicabile perchè non è all'altezza del taglio che vogliamo dare al giornale o, peggio ancora, perchè vorrebbero sfruttare FF3300 come ufficio stampa per il proprio studio. Terza possibilità: il web, dove spesso individuiamo progetti e individui molto validi.


D: Bene. Pronto per un paio di domande a bruciapelo? Rispondi velocemente: Apple o Microsoft?
R: Apple. Meglio ancora Linux.

D: Xpress o Indesign?
R: InDesign tutta la vita.

D: Qui ti voglio: Freehand o Illustrator?
R: Io sono nato con Freehand, ma se devo dire la verità, non amo nessuno dei due. Per il disegno vettoriale, il miglior software resta Fontlab.

D: Facebook o MySpace?
R: Facebook. MySpace lo odio, non ho mai capito come funziona, è troppo incasinato.

D: Cambiamo argomento. Parlano tutti di questa famigerata crisi: le aziende chiudono, i clienti latitano, i lavori calano. Alcune analisi dicono che questa situazione ha dato fiato ai piccoli studi grafici e ai singoli professionisti, che riescono a lavorare meglio delle grandi aziende di comunicazione, abbattendo i costi e giocando sulla flessibilità. Che ne pensi?
R: Io sulla crisi so solo due cose: la prima è che secondo me è pilotata dalle grosse banche per far fallire le banche più piccole e liberare il mercato. La seconda riguarda me: io sto guadagnando tanto quanto prima della crisi, non è cambiato niente. Solo le persone, che sono un po' più stressate.
Certo, se ogni mese dovessi pagare 180.000 euro di stipendi ai miei dipendenti, avrei più di qualche problema. Sono le grandi aziende a soffrire in questa crisi, non le medio-piccole.


D: Quanto è importante, secondo te, la creazione di una forte community tra designer, dove poter confrontarsi, condividere idee, risorse e progetti, scambiarsi informazioni? E com'è a questo proposito la situazione qui in Italia?
R: Quello che serve veramente non è incontrarsi e basta: per quello c'è Facebook. Sarebbe molto più utile e importante avere strumenti seri di approfondimento sui temi che, normalmente, non è facile affrontare. Il problema è che la volontà di sbattersi e creare un approccio un po' "wiki" per la condivisione e l'approfondimento delle conoscenze, spesso non c'è. La rivista FF3300 è in rete proprio per questo, nella speranza di stimolare le menti altrui, nella speranza che nascano nuove riviste e nuove occasioni di confronto.
Che poi, sarebbe il compito vero delle associazioni di settore che, però, in questo senso non fanno un bel niente. Si trovano, organizzano una conferenza che costa 400 euro tenuta da un qualche illuminato del settore, organizzano workshop che costano altri 300 euro all'ora, e niente di più. Lo scopo di queste associazioni dovrebbe essere fare cultura, non lucrare sulla cultura. Organizzano eventi mondani, invece che eventi culturali.

D: Torniamo al magazine. Progetti futuri? Anticipazioni?
R: Mi piacerebbe costituire un esercito e conquistare il pianeta.
D: Mi candido come soldato semplice, se possibile.
R: Scherzi a parte, dai. Ti anticipo qualcosa sul prossimo numero, che sarà in parte dedicato alla street art. Ci sono dei ragazzi russi che parlano di graffiti in cirillico; un bell'esperimento nel Parco Nazionale della Murgia; poi un progetto molto importante, fatto da uno studio di Palermo, su una piattaforma web per sviluppo di identità coordinate. Intanto questo: il resto del giornale lo scoprirete quando esce!

D: Allora ciao, a presto. Grazie del tempo messo a disposizione.
R: Ciao, grazie a te.

9 commenti:

Anonimo ha detto...

FF3300 è il primo colore che, con altri 3 colleghi-amici all'università, decidemmo di usare come colore dominante per un esame.

OniceDesign ha detto...

io invece ci ho colorato i muri di casa! :)

Anonimo ha detto...

a me la rivista non piace

OniceDesign ha detto...

È il bello della democrazia, Anonimo!
Qualche motivazione più dettagliata?

Anonimo ha detto...

perché l'unico commento negativo è anonimo? non siamo mica la mafia.. ci fa piacere confrontarci...

dacci delle critiche precise, saremo felici di accoglierle :)

FF

Anonimo ha detto...

FF3300 Rulez!
..ma il mondo lo conquistiamo con un esercito colorato di ammore.....!!!! GO!

Anonimo ha detto...

Quali pareti di casa nostra sono FF3300 per la precisione????

XD

C.

OniceDesign ha detto...

Quelle della camera, che sono arancioni! :)
Anche se le percentuali non sono proprio quelle... :)

Anonimo ha detto...

allora, a tuttofì, stai a scrive cazzate?
;D