venerdì 4 luglio 2008
Life on Gutenberg (3): la quadricromia
Odissea nello spazio (colore).
Parliamo ora di tecnica di stampa: addentrarci nel dettaglio delle macchine e delle modalità di stampa offset sarebbe impossibile, cerchiamo quindi di fare un discorso molto generale. Il file a colori lanciato in stampa viene scomposto nei 4 canali principali (Cyan, Magenta, Yellow e Black), e ciascuno di questi incide una lastra; da qui il disegno di ogni canale viene impresso sulla carta, attraverso un procedimento che sfrutta la repellenza dell'acqua nei confronti degli olii (come l'inchiostro). In ciascuna area della carta, la diversa puntinatura da 0 a 100 dei 4 colori base dà luogo ai colori prestabiliti, e quindi alla stampa del nostro lavoro.
Piccola curiosità: la K non solo sta per Black, come molti credono (con la K presa al posto della B per non essere confusa con Blu), ma anche e soprattutto per Key Plate, ovvero lastra chiave. È infatti la lastra che contiene le informazioni su ombre e semitoni, ed è l'unica in grado di dare profondità, forza e spessore al lavoro.
Lo spazio colore CMYK viene usato in stampa perchè è un metodo sottrattivo: ad un minore valore di ciascun canale, corrisponde una minore intensità fino ad arrivare al bianco (che infatti è C0 M0 Y0 K0). È chiaro capire come il metodo sottrattivo sia consono con la realtà fisica della stampa: meno colore uguale meno inchiostro sul supporto, uguale più bianco carta.
Il grande nemico (si fa per dire, eh...) del CMYK è il metodo RGB: Red, Green, Blue. È un metodo additivo: i valori di ciascun canale vanno da 0 a 255, dove il pieno dei valori (R255 G255 B255) corrisponde al bianco, e R0 G0 B0 al nero. RGB è lo spazio colore delle macchine fotografiche digitali, del nostro monitor, della televisione e del web design: attraverso l'RGB, che ha una gamma cromatica maggiore, possiamo infatti fissare in foto qualcosa di abbastanza reale; e allo stesso modo, possiamo vedere a video o mostrare agli amici uno scatto abbastanza fedele alla realtà.
Infatti sia CMYK che RGB (così come il Lab) sono solo interpretazioni di colori reali. Sia ben chiaro, quindi: non tutti i colori reali sono inclusi nello spazio RGB, che pure è uno dei più ampi; e non tutti i colori RGB sono inclusi nello spazio CMYK. La Natura, insomma, non sarà mai del tutto riproducibile: né a video né in foto, e ancor meno in stampa.
Questo preambolo è necessario per capire quanto importante sia effettuare la conversione colore a monte, in fase di progetto. Un'immagine RGB, oltre a non produrre nessun risultato utile al momento della stampa offset, rischia di perdere dei dettagli di colore e luminosità in fase di conversione CMYK (a causa della minore ampiezza di spettro di quest'ultimo rispetto al primo). Provate a prendere una foto di un cielo in RGB, con un bell'azzurro brillante, e convertitela in quadricromia: noterete voi stessi la differenza. La stessa cosa vale per i toni fuxia e, in misura minore, con i verdi accesi.
È importante quindi, verificare che questo tipo di conversioni in prestampa avvengano sotto controllo: o utilizzando profili adeguati, o convertendo "manualmente" le foto e correggendo dove serve luci e toni (nel caso del cielo di prima: normalmente, basta un pò di contrasto in più per illuminare nuovamente gli azzurri).
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3 commenti:
bum... sono appena arrivato vicino al mondo della stampa, e capire qualcosa in tutto sto casino è dura (ah, stampa in offset ma sbava? eh, bisogna asciugare in u.v...). Continua con sto lavoro che a me è utile davvero! grazie
mi sa che ora della fine faccio un bel pdf riassuntivo con tutto dentro... più ci penso più mi vengono in mente cose da scrivere! :O
Sarebbe qualcosa che ti metterebbe sulla via della beatificazione... se poi aggiungi un paio di dritte di PSP sono pronto a pagare (o forse no... vuoi mettere il gusti di curvare una foto dopo 40 minuti di tentativi? non ha prezzo :) )
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