martedì 30 novembre 2010

Vino nuovo, ma per davvero

Abbiamo parlato spesso di enografica, percorrendo però i sentieri più classici della grafica nel mondo del vino: quelli delle etichette incollate sul vetro della bottiglia. Ma è possibile innovare anche nel mondo del vino, specialmente quello italiano, radicato in ancestrali tradizioni e trasmissioni familiari di segreti e tecniche d'altri tempi? Sembra di sì.

A provarci (e riuscirci) è Oneglass. L'idea nasce da una approfondita analisi di mercato: la grande famiglia degli anni passati è in calo. È sempre più raro sedersi a tavola in quattro, cinque o sei persone. Per gli amanti del vino che si trovano "soli" in famiglia, si configurano quindi delle difficoltà: aprire una bottiglia da 0,75 litri equivale, il più delle volte, a buttarne via una buona parte entro un paio di giorni, specialmente se il vino è un rosso poco adatto alla conservazione in frigo: l'ossidazione e l'acescenza sono in agguato. Senza contare che l'inasprimento delle norme del codice della strada impone un sempre maggior controllo nell'assunzione di bevande alcoliche.
A fronte di queste considerazioni, Oneglass introduce quattro varietà di vino in comodi packaging da 100 ml, la quantità di un bicchiere. La confezione, in particolare, rinuncia al classico vetro per prediligere un moderno poliaccoppiato, in grado di essere economico, leggero, moderno, infrangibile, completamente riciclabile e perfetto per la corretta conservazione del vino.
Ok, quanti di voi hanno pensato al Tavernello? Vero. Il vino nel tetrapak c'è già ("L'è bon el vin nel carton!", citava una tristissima pubblicità del passato), e la percezione lo collega - a ragione, nel caso del Tavernello - ad un vino scadente buono forse per condirci l'insalata. Ho avuto il piacere di assaggiare di persona la Tasting Box Oneglass in tutte le varietà (Pinot Grigio, Vermentino, Sangiovese e Cabernet) e ne sono rimasto piacevolmente sorpreso. Ad un packaging diverso dal tradizionale vetro, non corrisponde affatto un prodotto di bassa qualità: il vino è ottimo, perfettamente conservato e piacevolissimo. Si consuma all'atto dell'apertura senza rischiare successiva ossidazione, si schiaccia la confezione con la massima comodità una volta finita e si conserva a lungo in frigorifero o fuori.

Ad accorgersi dell'innovazione, purtroppo, non sembra essere il mercato italiano. Mentre si muove con successo su scenari tradizionalmente più aperti e meno conservatori (Giappone, Stati Uniti), l'Italia si rifiuta persino di accettare Oneglass al Vinitaly perché il vino non è nella tradizionale bottiglia di vetro. Prova ne sia il Primo Premio vinto al Wine Innovation Award 2010 di Londra, nella categoria Design & Packaging. Non c'è bisogno di andare in Giappone per assaggiarlo: controllate qui o ordinatelo online.

2 commenti:

Lulù ha detto...

Devo dire invece che non ho pensato neanche per un istante al Tavernello: al contrario questo packaging ha un aspetto elegante, moderno, sofisticato... tutto l'opposto del vino in tetrapak (che tra l'altro è una mano santa per cucinare).
Grazie per la segnalazione!

a ha detto...

Potrebbe funzionare, bell'idea!

Anna