Non bastava, qualche anno fa, il gigantesco dildo verde di Italia.it (noto anche come "il cetriolone") costato centomila euro e poi dimenticato; ci ha pensato, stavolta, l'attuale Presidente del Consiglio in combutta con la neo-ministra al Turismo Michela Vittoria Brambilla.
Riassumo brevemente la faccenda.
Un paio di settimane fa, in diretta al TG4, la Brambilla mostra in anteprima un frame al telegiornale di Fede, ideato dallo stesso Presidente del Consiglio insieme ad un non precisato "battaglione di grafici" su un volo di stato per la Sardegna.
Il logo è un Magic Italy su fondo nero che sembra più un catalogo dei più brutti effetti disponibili per Photoshop. Aggiungete un po' di Bodoni che non fa mai male, il solito banalissimo color oro e la bandiera italiana (anzi ungherese: in questa prima versione, era al contrario) a mo' di Aquafresh.
La stampa fa finta di niente, ma il web insorge. L'AIAP stesso, in un comunicato, chiede al Presidente del Consiglio alcune spiegazioni, soprattutto in merito ai professionisti coinvolti nella realizzazione del logotipo, definendo la proposta Magic Italy "un accrocchio di luminescente barbarie grafica" e "un tetro campionario di effetti Photoshop". Qualcuno dice "sembra una televendita".
Pochi giorni dopo, appare sul web una seconda versione appena più sobria, senza la scritta Magic, senza fondo nero ed effetti Photoshop, ma sempre con la bandiera ungherese effetto Aquafresh. La Brambilla smentisce il logo visto al TG4: non era ancora definitivo, era solo una bozza messa in coda ai filmati destinati all'estero; nel frattempo, dice, si lavora al nuovo portale Internet per il Turismo che soppianterà il criticatissimo Italia.it del governo Prodi.
Facebook intanto insorge, e nascono gruppi tipo "Magic Italy Go Home" e "Kill Magic Italy", mentre la stampa ufficiale fa finta di niente come al solito. La Brambilla conferma che lo slogan sarà davvero "Magic Italy", a suo dire "uno slogan efficacissimo".
L'AIAP commenta nuovamente: "Questo accrocchio di luminescente barbarie grafica, a ben guardare, non ha né struttura, né status, ne dignità di marchio: ci sembra scarsamente applicabile in qualsiasi contesto, non ha un retroterra né simbolico né narrativo. Non dice nulla, non racconta nulla, non significa nulla. In Italia parla una lingua che non è l’italiano".
Aggiungo che pensare ad un Presidente del Consiglio che, oltre a tutto il resto, sa persino abbozzare loghi è l'archetipo assoluto di ciò che odio di più: la supponenza che il nostro mestiere sia una cazzata. L'idea che basti disegnar bene o saper togliere un neo dalla pelle con Photoshop per fare comunicazione. L'idea generale che a un logo basti essere bello (anzi, di più, bello "per me") e non funzionale, narrativo, valoriale. L'idea che chi fa comunicazione siano poveracci non specializzati, con professionalità superflue e approssimative, che abbozzano idee con appena un po' di buon gusto, che sanno usare il computer, che scopiazzano, che inventano, che se la raccontano tra loro, che ungono con cura le loro idee per venderle al mondo intero.
Il capitolo finale è una dichiarazione di ieri del Presidente del Consiglio durante l'assemblea nazionale di ConfArtigianato: "Stanotte ho varato il marchio 'Magic Italy' per rilanciare il turismo in Italia". Il marchio definitivo che rappresenterà l'Italia nel mondo è questo:
La Brambilla legge tutta felice da un foglietto: "Per la sua ideazione ci siamo orientati su due concetti forti: l'eccellenza del Made in Italy, arte, moda e design, e l'essenza del Made in Italy, natura, sapori, bellezza». Quindi, ha spiegato il ministro del Turismo, «abbiamo scelto ordine e rigore, unito però alla leggerezza e alla musicalità del nostro paese, a quella morbidezza e sinuosità che rendono duplice e di difficile sintesi ma anche unico il nostro stile di vita». All'estero, lo slogan resta invece "Magic Italy".
Ad oggi, Berlusconi non ha ancora risposto alla richiesta ufficiale dell'AIAP per conoscere nomi e referenze dei professionisti coinvolti nella realizzazione di questo logo. Unica, amara, soddisfazione: almeno la bandiera ungherese è stata opportunamente girata in quella italiana.
giovedì 25 giugno 2009
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6 commenti:
E' anni 80! Brutto brutto brutto anche ai miei umili occhi di non grafica.
Sob
Il marchio rispecchia la concezione dell'Italia dal punto di vista del PresDelCons. Televendite, finto lusso a buon mercato, estetica bianzola, italianità d'accatto.
Non sono stupito.
Dopo la zozzeria del dildo dell'anno scorso, pagato quanto guadagno io in quattro anni di lavoro, non mi stupisco più di queste operazioni palesemente mafiose, sempre più tristemente italiote, basse, viscide, meschine, ma supportate dalla boria della consapevolezza dell'impunità.
L'AIAP può strillare e battere i piedi per terra quanto vuole... nessuno, da "lassù", dirà "beh, forse avete ragione, anzi, guardate, lo facciamo fare a qualcuno del mestiere, anzi, apriamo una gara tra studi e liberi professionisti e l'AIAP farà da giuria".
E al vincitore, oltre la gloria di avere il proprio logo visibile in tutto il mondo, gli diamo diecimila euro, non centomila, che di più un logo non vale, che a me più di mille euro un logo non me l'hanno mai pagato, manco i clienti quelli grossi.
Una volta di più, scartando l'anarchia illuminata che ancora non siamo pronti, auspico come forma ideale di governo una bella tecnocrazia, ossia un governo di tecnici, composto esclusivamente di persone estremamente competenti nel loro campo e con l'AUTORITÀ di imporre le le loro scelte per il bene comune senza passare per alcun filtro "politico"... ma viviamo in un altro mondo, purtroppo.
Uno sbagliato.
Magic Italia non solo è brutto, ma è anche copiato
http://diegozilla.blogspot.com/2009/06/magic-italy-un-logo-dal-passato-torbido.html
Ci sarebbe da ridere, se non fosse tutto vero. Però, viste le cronache di questi giorni forse rappresenta veramente il bel paese.
Non sono d'accordo.
Secondo me rispecchia la situazione attuale.
Un Paese in svendita, possibilmente con finanziamento a tasso zero in 36 mesi, in uno scaffale d'avancassa.
Tristèss.
Salto a piè pari tutta la questione spinosa e passo ad una meramente tecnica... avere un pò più cura di guardare dove lo sghitto di aquafresh taglia IL (:D) font è chiedere troppo? La descrizione della brambilla fa semplicemente accapponare la pelle.
E soprattutto... in occasioni simili non andrebbe almeno disegnato un font per l'occasione? Date un'occhiata alla nuova corporate identity del marchio sudtirol-alto adige e ditemi se non siamo lontani anni luce (al di là del fatto che sono insorte polemiche anche in quel caso).
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