La mia intenzione, in questo post, era parlare dei 100 migliori font del 2007 secondo questa rivista, che ha convocato una giuria composta da esperti provenienti da grandi agenzie del settore (TypoForum, FontShop, Typographica, Publizist) e valutato i caratteri secondo specifici criteri.
Avrei voluto scrivere di Helvetica, che al suo Cinquantesimo compleanno (festeggiato da uno splendido film documentario che ha girato tutta Europa - tranne l'Italia) resta sempre in vetta; di Garamond e Bodoni, mitici graziati, che precedono il noiosissimo Times di diverse lunghezza; di Frutiger, Futura, Officina e Gill Sans, altri font bastone classico che tengono ben salda la loro posizione in Top Ten.
Ma ho una difficoltà: il sito è interamente in tedesco. Tutto, dalla prima all'ultima parola: non riesco a capire obiettivi del progetto, criteri di valutazione, commenti e stimoli. Persino lo splendido pdf in download (6.8 MB), che raccoglie storia, caratteristiche e descrizioni di tutti i 100 font, è interamente in tedesco, e non ne ricavo una virgola. Era davvero impossibile pensare ad una versione inglese? D'accordo, Johann Gutenberg era un germanico a tutti gli effetti: ma sono pur sempre passati 500 anni. Credo di riuscire ad intuire, tra le parole in tedesco che mi si accavallano di fronte agli occhi, che il Bembo (font che adoro, in posizione 13 nella classifica) ha gli stessi anni di Cristoforo Colombo; e che Eurostile (posizione 33), che ha fatto la sua storia, è stato composto da un certo signor Novarese, più noto per l'omonimo font graziato che però non è neanche in classifica.
A dimostrazione che, ancora una volta, uno splendido font senza un contenuto adeguato (e adeguatamente accessibile) spesso ha meno efficacia di un ottimo contenuto scritto in Mistral (posizione 100, ultimo classificato).
giovedì 9 ottobre 2008
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